Durante la frenata le pastiglie convertono l’energia generata dall’attrito con il disco freno in calore. Questa energia dipende dal peso e dalla velocità e, quando si stacca con decisione, raggiunge potenze molto elevate.
Come scegliere le pastiglie e perché cambiarle
Le mescole che vengono normalmente utilizzate negli impianti frenanti – a parte quelle in carbonio montate sulle MotoGP – sono classificate in due sole famiglie: organiche e sinterizzate.
Tutte le denominazioni tipo Kevlar, Carbonio, Semimetalliche etc. rientrano nella categoria delle organiche.
L’utilizzo di una famiglia di mescole piuttosto che l’altra non è assolutamente legato al tipo di impiego. Esistono infatti pastiglie freno di diversa tipologia nel medesimo campo di utenza.
Vediamo le differenze!
Materiali Sinterizzati: sono sostanzialmente composti da polveri metalliche, che vengono agglomerate tra loro attraverso un processo che richiede pressioni e temperature molto elevate, chiamato appunto sinterizzazione.
Materiali Organici: sono composti principalmente da resine leganti e metalli.
In entrambi i casi, vengono aggiunte percentuali di lubrificanti (che concorrono nella stabilità della frenata) ed abrasivi che tengono puliti i dischi, rimuovendo i depositi sulla fascia frenante.
La scelta della mescola corretta dipende dal campo di applicazione, la pastiglia All-round non esiste.
Ecco alcuni campi di impiego:
- Racing
- Stradale
- Off-Road
- Scooter
- Mescole anteriori e mescole posteriori
Il valore del coefficiente di attrito di una determinata mescola varia in base alla temperatura. 350°C è la linea di demarcazione tra le temperature sviluppate in strada piuttosto che in pista.
Sopra questa temperatura una mescola stradale entrerà in fading ovvero l’abbassamento dell’efficacia dei freni dovuto all’aumento della temperatura di dischi e pastiglie.
Al contrario, se utilizziamo mescole Racing in strada- quindi, in alcuni casi, con temperature abbastanza basse – può accadere che il grip non sia così buono e la frenata potrebbe essere più lunga.
Le mescole intermedie sono un compromesso tra le due tipologie: forniscono buone prestazioni in tutte le condizioni pur non eccellendo ai due capi estremi del range di temperatura d’esercizio.
Prendiamo come esempio i maxi-scooter: sono veicoli che per peso, velocità e prestazioni hanno ormai raggiunto il livello delle motociclette. Eppure il loro utilizzo tipico (uso cittadino con frenate continue a basse velocità e sfruttamento intensivo del freno posteriore) ha portato i costruttori di pastiglie a dedicarvi uno studio specifico.
Il fuori-strada è un esempio sintomatico: agenti esterni caratteristici di questa specialità motociclistica (sabbia, acqua e fango) devono essere tenuti in appropriata considerazione per evitare decadimento di prestazione oppure usura elevata.“Esiste dunque la pastiglia ideale per ogni motociclista, purché ogni motociclista faccia una scelta ponderata.”
Ovviamente quando sono consumate. È buona norma non andare al di sotto di uno spessore del materiale d’attrito di 1,5 mm., perché in questo caso si trasferirebbe troppo calore alla pinza.
La necessità di sostituire le pastiglie si può presentare anche se si vuole una prestazione diversa rispetto alla mescola originariamente montata. È fondamentale pensare al tipo di utilizzo che si vuole fare e al proprio stile di guida, per esempio se si ha intenzione di girare in pista (anche se in questo caso è obbligatorio cambiarle.